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FALa Vulvodinia

può essere classificata in base ai sintomi, alle modalità in cui si manifesta e alla sua localizzazione. È possibile distinguere tra:

Vulvodinia provocata, se i sintomi sono avvertiti durante la penetrazione vaginale, lo sfregamento, oppure al solo contatto

Vulvodinia spontanea, quando il dolore è avvertito in modo costante, anche in assenza di fattori scatenanti

Un’ulteriore distinzione, secondo l’area in cui è localizzata, è quella tra:

Vulvodinia generalizzata, quando il disturbo interessa l’area vulvare, il perineo e la zona perianale

Vestibulodinia o vestibolite vulvare, quando il dolore si concentra sul vestibolo vaginale (la parte compresa tra l’introito della vagina e le piccole labbra)

Clitoridodinia, se la sensazione di dolore interessa il clitoride

Vulvodinia disestetica o essenziale, la forma più comune dopo la menopausa, che interessa la zona tra il retto e la zona uretrale, oltre che vulvare

Quali sono le cause della vulvodinia?

Le cause della vulvodinia non sono ancora note. Il disturbo è il risultato di diversi fattori che agiscono in concomitanza, e non può essere ricondotto a una singola causa.

È stato osservato che molte donne affette da vulvodinia hanno una predisposizione genetica alle infiammazioni, e le fibre del nervo della zona vulvare e vestibolare, in queste pazienti, sono più numerose e voluminose.

In generale, alcune cause che provocano vulvodinia possono essere:

Frequenti infezioni vaginali (candida, vaginite)

Lesioni del nervo pudendo

Ipercontrattilità vulvo-perineale

Alterazioni genetiche

Traumi psicologici legati a rapporti sessuali, visite o interventi chirurgici ginecologici.

Traumi fisici (biopsia, elettrocauterizzazione, rapporti sessuali non desiderati o dolorosi)

Altre cause possono essere correlate allo stile di vita e ad abitudini scorrette o dannose come:

Biancheria e indumenti troppo stretti

Attività fisica che produce microtraumi a livello genitale (cyclette, equitazione, spinning, bicicletta)

Utilizzo eccessivo di detergenti

Sostanze chimiche contenuti nei medicinali per uso topico (farmaci a base di cortisone, lubrificanti vaginali, creme)

Meccanismo di produzione del calore

I meccanismi che entrano in azione nella vulvodinia possono coinvolgere il sistema immunitario, muscolare, vascolare e nervoso.

L’iperattività dei mastociti sembra essere il fattore responsabile della cronicizzazione del dolore. I mastociti sono le cellule preposte alla difesa immunitaria che intervengono nelle reazioni allergiche e infiammatorie.

Una loro stimolazione eccessiva provoca una risposta immunitaria con conseguente rilascio di sostanze flogistiche che producono eritema e irritazione. I mastociti sono inoltre responsabili della proliferazione delle terminazioni nervose deputate alla percezione del dolore.

Il dolore vulvare provoca anche una reazione difensiva della zona interessata. Questa reazione induce uno spasmo della muscolatura pelvica, detto ipertono del pavimento pelvico, che è ulteriore causa di fastidio e male

Che sintomi ha la vulvodinia?

Il quadro sintomatologico della vulvodinia è molto complesso. I sintomi in genere si protraggono per più di 3 mesi e comprendono:

Eritema a carico della vulva o del vestibolo vulvare

Bruciore, arrossamento e irritazione,

Sensazione simile a punture di spillo

Intorpidimento e gonfiore

Secchezza, sensazione di abrasione, e disepitelizzazione (perdita del rivestimento della mucosa)

Tensione

Dispareunia: fastidio o dolore che può essere anche molto forte durante i rapporti sessuali

Difficoltà nella minzione

Come si diagnostica la vulvodinia?

La diagnosi di vulvodinia è eseguita generalmente attraverso lo swab test. Questo esame consiste nell’applicare una leggera pressione con un cotton fioc su alcuni punti specifici della zona vestibolare: in caso di vulvodinia, la paziente avverte una sensazione di dolore non commisurata alla pressione. Altri strumenti che possono aiutare nella diagnosi sono:

L'elettromiografia, per testare la reattività del muscolo elevatore

Il vulvagesiometro, per quantificare il dolore vulvare.

In generale, anche se gli esami non evidenziano alcuna alterazione, è possibile diagnosticare una vulvodinia se il

disturbo è presente, da almeno 3 mesi.

 

Come si guarisce dalla vulvodinia?

Cura e trattamenti

Non esiste una cura unica che vada bene per tutte le donne perché ogni caso è complesso e investe diversi fattori. È necessario che le strategie terapeutiche comprendano più approcci e che si adattino di volta in volta alle necessità delle pazienti.

L'instaurazione di un adeguato protocollo terapeutico permette di guarire dalla vulvodinia nell’arco di alcuni mesi.

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Consigli per la prevenzione

Alcune norme di comportamento e igiene possono aiutare a prevenire o a tenere sotto controllo il dolore, per esempio:

Indossare biancheria intima bianca e pantaloni comodi e ampi

Usare detergenti intimi adeguati: delicati, non profumati (acquistati in farmacia)

Usare il detergente intimo solo 1 o 2 volte al giorno, o lavarsi solo con acqua

Evitare che lo shampoo o il bagnoschiuma entrino in contatto per lungo tempo con l'area vulvare

Evitare l’utilizzo di creme depilatorie, deodoranti, spray e salviette umidificate

Non trattenere a lungo l'urina

Cercare di avere un intestino regolare

Usare assorbenti in puro cotone

Evitare salvaslip

Applicare un panno freddo o fare un bidet con acqua fredda dopo i rapporti sessuali

Evitare esercizi fisici che comportino un eccessivo sfregamento e frizione sulla regione vulvare (bicicletta, cyclette o spinning).


Chi ha la vulvodinia può avere rapporti sessuali?

Il dolore a livello vulvare provocato dalla penetrazione vaginale, con le sue caratteristiche di bruciore e pressione è il motivo principale per cui si smette di avere rapporti sessuali.

Attraverso la terapia farmacologica e sessuale, la vulvodinia può essere guarita, ma è necessario, per ristabilire una vita sessuale spontanea e soddisfacente, avere una buona comunicazione col partner.

La terapia sessuale può aiutare in questo senso, attraverso esercizi mirati alla focalizzazione sensoriale, che hanno l’obiettivo di facilitare la ripresa del contatto fisico e intimo in maniera graduale e progressiva. Ricreare l’intimità corporea, utilizzando modalità protette in uno spazio sicuro, è il primo passo per evitare che il dolore nei rapporti si presenti.

Per questo motivo, sottoporsi a una visita specialistica per una diagnosi tempestiva, in caso di sospetto di vulvodinia, sono di fondamentale importanza, per ricevere assistenza e supporto adeguati, e soprattutto per vedere legittimata l’esistenza del proprio problema.

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